MOLFETTA - «La donazione di sangue esprime la parabola più significativa dell’apertura e dell’accoglienza e del rifiuto di ogni logica di superiorità, un vero pugno nello stomaco quindi per quella pervasiva cultura del privato che permea la civiltà dei nostri giovani, donando il sangue ci si riscopre uguali anzi consanguinei, il volto può essere nero, giallo, bianco, bruno ma il sangue è sempre rosso.» Queste parole di Don Tonino hanno concluso il sentito discorso del nuovo presidente Avis Molfetta, Giacomo Giancaspro.
E’ stata inaugurata, infatti, una nuova sede Avis dedicata a Nicola Campo (storico donatore), nel cuore di Molfetta nelle stanze della pretura circondariale prima e degli uffici della polizia urbana dopo. Sulle scale della Chiesa di Santa Teresa le note dell’eccentrico gruppo musicale Route 99.
Il rito religioso, invece, presieduto dal vescovo Mons. Domenico Cornacchia, ha aperto le porte del centro, il momento di raccoglimento. Ad affiancare il vescovo vi erano anche le autorità civili, la madrina dell’evento, la senatrice Carmela Minuto e il sindaco Tommaso Minervini.
Dopo, la benedizione, il taglio nastro della nuova sede, che si propone dallo slogan sui manifesti affissi nel centro come “patrimonio di solidarietà a disposizione della città”. Molti i propositi elencati dal Presidente Avis che ha esordito: «Vorremmo oggi con la nostra vitalità e attività, insieme con le associazioni con cui condividiamo questi spazi scrivere una nuova pagina di questi luoghi».
È dal 19 settembre 1967, data di fondazione dell’Avis Molfetta, che donne e uomini si sono distinti per loro azioni in un percorso solidale votato al sostegno del prossimo e al supporto di chi ha bisogno di sangue per poter sopravvivere, l’entusiasmo di quegli anni e di quella generazione di avisini fu tale da superare gli ostacoli. Il focus del discorso del presidente è indirizzato a rilevare come oggi quello spirito di altruismo e generosità non basti più, tra i problemi più preoccupanti, l’aumento dell’età media dei donatori con un calo di quelli tra i 18 e i 45 anni, con il conseguente aumento di quelli sopra quest’età, un dato sottolinea che rispecchia l’andamento demografico della popolazione dell’Italia e coinvolge anche l’associazione molfettese.
Porre le basi per dei cambiamenti proficui per il futuro è il primo punto di un a lunga lista di propositi. Tra i primi già realizzati nel momento dell’inaugurazione stessa, l’avvio di un rapporto di collaborazione con il mondo della cultura e dei giovani, significativo momento infatti quello della consegna di una mini-biblioteca composta da cento libri alla dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Battisti-Pascoli, Maria Auciello, il progetto “Aiutaci a crescere, regalaci un libro” si pone come obiettivo quello di coinvolgere il più possibile nell’azione di donazione di sangue, atto volontario, gratuito, anonimo e civile i piccoli lettori, che facciano della lettura stimolo di conoscenza. Nella nuova sede saranno attivati servizi consulenziali gratuiti per varie tematiche di sostegno alle persone in condizioni di fragilità personale anche per rafforzare le reti sociali e familiari.
«Una realtà sociale che cammini lungo le strade del tempo della nostra città per diventare testimoni di fraternità» sottolinea il presidente Giancaspro, ringraziando donatrici e donatori ma soprattutto il sindaco Tommaso Minervini, per la messa a disposizione di nuovi spazi per la sede.
Un’ istituzione, è così che il primo cittadino molfettese definisce l’associazione Avis, un organismo che ha quarant’anni di vita e che è indispensabile per la salute pubblica, una delle tante agenzie educative della comunità, che incentiva al corretto stile di vita.
«La vita di una comunità ha bisogno di enzimi importanti, agenti fervidi che trasmettono energie positive, e- ha detto il sindaco Minervini - la città di Molfetta conserva una tradizione importante nel campo della donazione, vorrei che l’Avis insieme con le altre agenzie educative trasmettesse ai giovani l’idea che la donazione del sangue è strumento di vita civile attiva».
Un ricordo vivo dei momenti più critici di pandemia, emerge dalle parole di Minervini, un ringraziamento è rivolto al pronto soccorso di Molfetta e alla rete importante tessuta con enti del volontariato professionale, tra cui proprio l’Avis Molfetta. La scelta della sede non è casuale, il centro della città, vuole essere un segnale pedagogico, un ente diviene un’istituzione e quindi punto di riferimento di facile accesso, quando il legame con la comunità diviene indissolubile.
Francesca Petruzzella
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