MOLFETTA – Si è concluso un anno difficile per la nostra Molfetta, un anno nel quale la politica ha lavorato molto per avviare la strada del cambiamento, dopo oltre un decennio di degrado e di scandali anche penali, che hanno portato negativamente la nostra città alla ribalta nazionale.
Nel 2014 è proseguita l’inversione di tendenza: si registrano alcuni errori, ma molti passi avanti, ma non basta. Certo non è facile trasformare una città abituata all’illegalità diffusa, alla mancanza di regole, alla diseducazione civica abusata e tollerata (basti pensare alla sporcizia nella quale i molfettesi confermano di essere campioni), alla politica che favorisce le lobby peggiori, come quella edilizia, complici alcuni palazzinari, che ha cementificato la città rendendola brutta e irriconoscibile, senza identità, senza aree verdi e servizi, con strade strette e scomode, senza una razionale pianificazione urbanistica che non fosse la mania di costruire anche senza domanda o bisogno. E la tendenza è continuata anche nel 2014. La lobby edilizia ha vinto anche la sua ultima battaglia per la nuova cementificazione del comparto 18 mentre l’amministrazione di centrosinistra di Paola Natalicchio (alla quale facciamo i migliori auguri di continuare su questa strada del rinnovamento e della moralizzazione della vita pubblica) ha tentato disperatamente di resistere, finendo per soccombere. E altri, sostenuti da alcuni politici, premono per costruire ancora, in virtù di un piano regolatore in scadenza, nato male e gestito peggio.
Oggi l’immagine che Molfetta offre non è delle migliori. Anche confrontata ai Comuni vicini mostra un volto fatto di immobili esteticamente brutti e di scarsa qualità, ma con prezzi ancora elevati, utili solo ad arricchire pochi a danno di tanti.
Il clima politico non è stato da meno: il centrodestra sconfitto ha continuato ad alimentare odio, senza proposte, ma solo con l’intento di ribaltare la nuova concezione della politica, per continuare nei vecchi giochi di potere che tanti danni hanno provocato alla città in termini economici, sociali e di qualità della vita. Resiste il metodo della diffamazione e della diffusione ad arte, con la complicità dei soliti servi, pronti a vendersi per un piatto di lenticchie, di voci false al solo scopo di recuperare il consenso perduto. Nella città del pettegolezzo abusato, attraverso il discredito altrui (metodo tipico della propaganda nazista e di destra) accade anche questo.
Il clima di divisione perdura, alimentato proprio dagli utili idioti agitati dai soliti burattinai artefici della filosofia del peggiore “tanto peggio, tanto meglio”, che alimenta il malcontento e soffia sul fuoco perché tutto bruci. In questo sport del disastro primeggiano gli sconfitti che si ispirano alla logica del “muoia Sansone con tutti i filistei”. Ma quando cresceranno i molfettesi? Quando raggiungeranno la maturità civile e politica dei Comuni vicini, che ormai ci hanno lasciato indietro, almeno di tre lustri.
A completare il quadro, ci sono alcuni personaggi dell’opposizione, ma anche della maggioranza (i cavalli di Troia), condannati dall’elettorato, ma soprattutto dalla storia politica e personale, passata e presente, fatta di spregevoli compromessi che passano dalla vecchia logica dei favori, ma anche da scelte politiche demagogiche o impregnate di ideologismo e populismo, che generano una deleteria antipolitica, foriera solo di danni. E sono proprio alcuni di questi livorosi personaggi che si riempiono la bocca di moralità, quando, per i loro trascorsi noti e soprattutto non noti, dovrebbero avere il buonsenso di tacere, invece di gettare fango sugli onesti.
Attenti, poi, ai duri e puri della corazzata Potëmkin (finché non conquistano una poltrona), ai falsi democratici che non accettano critiche e pronunciano fatwe contro i giornalisti liberi dal copia e incolla, ai cosiddetti liberatori un po’ disturbati e bisognosi di cure, ai nuovi falsi profeti alla Grillo o alla Salvini (il quale, speculando sulla crisi e sui bisogni della gente, cerca di far dimenticare gli scandali della Lega Nord ladrona). Quanti furbi populisti interessati, parlano a schiere di ingenui manipolati mediaticamente, solo per logiche personali e non collettive, come è avvenuto in questi anni con Berlusconi, ormai al tramonto, anche se il pregiudicato ex cavaliere, resiste disperatamente e promette di ritornare: il rieccolo!
Contro tutta questa degenerazione sociale, politica ed economica, si batte da 20 anni “Quindici” e continuerà a farlo anche nel 2015, con coraggio, in nome della moralità pubblica e privata, della società civile onesta che rappresenta, senza paura di minacce palesi e occulte, respingendo la violenza di cui è oggetto da parte di chi, a destra e a sinistra, non accetta l’idea che si possa essere diversi (ciascun col proprio metro, l’altrui misura), senza padroni, né interessi (non abbiamo, come altri, terreni agricoli da veder trasformati in suoli edificatori). Abbiamo l’unico obiettivo di servire la città e i cittadini, per amore di questa Molfetta che vogliamo vedere crescere e prosperare, finalmente. Per questo non facciamo e non faremo anche quest’anno, sconti a nessuno, anche se questo ci renderà ancora più scomodi, ma è la scelta che abbiamo fatto dal primo giorno: fare un’informazione diversa, andando avanti a testa alta e con la schiena dritta.
Ed è questo l’augurio che facciamo ai cittadini di Molfetta: non fatevi abbindolare dalle chiacchiere, dalle bugie interessate, dai pettegolezzi, dalle diffamazioni, dalle false promesse, che finora hanno portato all’attuale disastro, cercate di avere una memoria da elefante. La gente dimentica facilmente quando stava peggio e, soprattutto in tempi di crisi, crede che tornando indietro si possa stare meglio. Niente di più sbagliato!
La costruzione del futuro è lenta e faticosa, incontra molti ostacoli sulla sua strada e una resistenza al cambiamento da parte di coloro che si sono assicurati benefici e rendite di posizione sulle spalle degli altri, soprattutto quelli ingenui e in buona fede. Non si vuole fare un passo indietro, ma si usano tutti i mezzi, compresa un’informazione falsa e servile, quando non pilotata, omologata dal copia e incolla, senza alcuna critica, dei comunicati stampa. Tutto con l’obiettivo di aumentare il senso di insicurezza della gente, spingendola a distruggere, più che a costruire.
Del resto, la storia insegna che a demolire bastano pochi giorni, a costruire occorrono anni e il superamento di resistenze consolidate.
Ci piace festeggiare così, insieme a voi, i 20 anni del successo di Quindici Molfetta rappresentati dal bel manifesto di Alberto Ficele (che avete visto in questi giorni sulle plance della città) in una Molfetta liberata, anche col nostro modesto contributo.
Noi continueremo ad esserci, combatteremo con la forza delle idee, sempre liberi, soprattutto con un’informazione di qualità, anche a costo di restare soli in questo squallido scenario di miserabile giornalismo spazzatura o al massimo di generosa, ma presuntuosa improvvisazione e cattiva imitazione, al limite del ridicolo.
Il direttore Felice de Sanctis, la redazione e i collaboratori della rivista mensile leader Quindici e di Quindici on line, il primo e più seguito quotidiano web, con accessi sempre in crescita (grazie!), augurano, perciò, ai lettori, ai cittadini, ai nostri emigrati in Italia e all’estero, ai nuovi immigrati che contribuiscono all’economia cittadina, un 2015 ricco di speranza e di fiducia con l’invito ad essere più uniti, più ottimisti, anche nelle innegabili situazioni di difficoltà che tutti attraversiamo, perché la fiducia e l’ottimismo sono il motore della crescita e dello sviluppo.
AUGURI MOLFETTA, AUGURI SINDACO!
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