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Ambra in coma, nell'indifferenza generale a Molfetta
07 febbraio 2014

MOLFETTA - Ambra è stata investita brutalmente il 31 gennaio alle 21.30 in via Berlinguer a Molfetta. Il responsabile dell’accaduto non ha prestato soccorso (nella foto, il luogo dell’incidente). Adesso Ambra è in coma, lotta fra la vita e la morte.

Ambra era da sempre oggetto di derisioni a Molfetta. In una città provinciale come questa, un trans è l’occasione più ghiotta per sfogare la propria sete di cameratismo e di affermazione identitaria. Eppure Ambra si è sempre distinta per una gentilezza straordinaria, che quasi era un pugno a chi, tutt’intorno, non faceva altro che schiamazzare e ribadire al mondo di non avere nulla da dire, se non la propria vuotezza e banalità.

Non si sa nulla delle dinamiche dell’incidente, eppure Ambra non era invisibile. Anzi, quel suo modo ostinato di camminare a testa alta per Molfetta, continuando a ribadire il fatto che la propria identità non è negoziabile con un mucchio di voci starnazzanti, era una sfida. Era un monito a chi in quegli schiamazzi trovava la sicurezza di essere dall’altra parte, ma non riconoscerà mai se stesso in mezzo a mille caproni.

Ambra è stata sbalzata dallo schianto dell’auto e nessuno si è accorto di lei, come nessuno si è mai accorto che dietro gli insulti della gente c’era una persona che viveva consapevolmente la propria identità, e che riconosceva se stessa nel rispetto degli altri.

Un trans a Molfetta non ha spazi di riconoscimento, è una perenne minaccia a quella irremovibile sicurezza che fa il nocciolo del nostro perenne provincialismo. E’ un continuo tentativo di mettere in discussione quei valori che incardinano il nostro modo di essere eternamente nella medietà dei modi di fare e di pensare, il nostro essere irrimediabilmente mediocri. E’ questo il motivo per cui siamo incapaci di accogliere l’alterità, che è anche un modo altro di convivenza e di stare al mondo.

Perché la versa sfida è quella di riconoscersi attraverso l’altro, che rivela quanto è stupido pensare di essere lo sguardo assoluto sul mondo, e che ci fa percepire il nostro essere finiti e insicuri. Come Ambra, quando camminava per le strade di Molfetta, sempre composta e rispettosa del modo di essere di chi era attorno, per quanto ripugnante.

Come chi l’ha investita, l’ha ridotta in fin di vita ed è andato via. Senza degnarsi di fermarsi.

© Riproduzione riservata

Autore: Giacomo Pisani
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