MOLFETTA - Anche il consigliere comunale di Rifondazione comunista, Gianni Porta, chiede un intervento sull’allarme sicurezza a Molfetta che “Quindici” lancia da qualche anno e ha presentato una proposta di delibera per la modifica del Comitato di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali, protocollata il mese scorso.
«Continuano a susseguirsi nella nostra città atti criminosi che attentano alla sicurezza delle persone e delle cose, senza che iniziative di conoscenza e contrasto siano coordinate e rafforzate da parte dell’Amministrazione Comunale – scrive Porta -.
Minacce al Comandante della Polizia Municipale, incendi ripetuti d’auto, rapine presso attività commerciali sono indicatori di una situazione ben lontana dalla “normale” microdelinquenza.
Chiediamo alle Istituzioni cosa stanno facendo per non far sentire soli quanti si occupano di sicurezza in questa città e per costruire una rete sociale e solidale attorno ad operatori della sicurezza e cittadini.
Siamo consapevoli che ci sono questioni irrisolvibili nello spazio di un giorno o di una settimana ma sono l’assenza di direzione, di segnali chiari – anche simbolici – e di proposte effettive da parte dell’Amministrazione che ci inducono a essere preoccupati.
Per parte nostra abbiamo presentato più di un mese fa all’attenzione di sindaco e capigruppo consiliari una proposta di delibera consiliare per rendere più snello e immediatamente operativo il Comitato comunale di monitoraggio sui fenomeni delinquenziali mai entrato in funzione (i problemi bisogna prima analizzarli e conoscerli per intervenire efficacemente).
Chiediamo al Presidente del Consiglio di accelerare l’iter della delibera, auspicando che venga quanto prima approvata in Consiglio comunale da tutti i gruppi consiliari».
Ecco la relazione sulla Proposta di Deliberazione Consiliare per la Modifica della composizione del Comitato comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali (Delibera C.C. n. 48 del 07.04.1997):
Nel lontano 1997 con Deliberazione consiliare n. 48 veniva approvato il Regolamento per la costituzione ed il funzionamento del Comitato comunale di Monitoraggio dei fenomeni delinquenziali, composto di 10 articoli.
Tale Regolamento individuava la composizione del Comitato all'art. 2, comma 1 del Regolamento per la costituzione nelle seguenti figure:
a) il Sindaco o suo delegato;
b) il Presidente del Consiglio comunale;
c) due Consiglieri comunali, uno di maggioranza ed uno di minoranza, eletti a scrutinio segreto;
d) tre rappresentanti espressione di organismi e/o associazioni cittadine impegnati nel settore del volontariato, della prevenzione della devianza, illegalità e criminalità;
e) tre rappresentanti espressione delle categorie professionali e del mondo del lavoro;
f) un rappresentante indicato dal Sert.
Inoltre, sempre secondo la Delibera n. 48/1997, l'art. 2, comma 2 del Regolamento prevedeva “la designazione dei rappresentanti ai punti (d) ed (e) avviene mediante elezioni in assemblee appositamente convocate dal Presidente del Consiglio Comunale. Il Presidente assicura la massima partecipazione a dette assemblee, convocando con avviso scritto, da recapitarsi almeno sei giorni prima di quello in cui si tiene l'Assemblea elettiva, i rappresentanti di organismi e/o associazioni interessate”.
È un dato storico inoppugnabile agli occhi di tutti che dopo 14 anni di vita amministrativa nella nostra Città tale Comitato non sia mai stato insediato, durante nessuna Amministrazione dall'atto dell'approvazione del suo Regolamento.
Eppure detto Comitato, che da Regolamento dovrebbe riunirsi con periodicità almeno quadrimestrale e durerebbe in carica quattro anni, sarebbe più che utile per assistere il Consiglio Comunale e la Giunta Comunale nell'analisi e nel monitoraggio di fenomeni delinquenziali, in
particolare microdelinquenza, criminalità organizzata, narcotraffico e usura.
Senza ricorrere a statistiche troppo analitiche o rassegne stampa dell'ultimo anno, è innegabile che alcuni fenomeni delinquenziali interessino il tessuto della nostra città. Non è possibile ovviamente in questa sede dividersi sul giudizio da dare a tali fenomeni, e non perché non ci si debba dividere politicamente su tali questioni ma molto più razionalmente e a rigor di logica, perché non è possibile ragionare ed eventualmente dividersi su ciò che non si conosce, non è possibile affermare o negare la crescita, la diminuzione o la stasi riguardo a questi particolari fenomeni quando non si hanno dati a disposizione per conoscere la situazione e poi, eventualmente, proporre soluzioni diverse.
Parafrasando il filosofo Wittgenstein verrebbe in mente l'adagio “Di ciò di cui non si sa, è meglio tacere” ma la Pubblica Amministrazione e le Istituzioni in generale su certi fenomeni che attentano al vivere civile non possono tacere perché hanno bisogno di dare segnali e indicazioni, ma per farlo credibilmente hanno bisogno di sapere in modo attendibile, senza basarsi su supposizioni, suggestioni, luoghi comuni o pregiudizi.
Ebbene sarebbe proprio questa la precipua funzione del Comitato in questione mai istituito: supportare la Pubblica Amministrazione nella lettura, nella comprensione dei fenomeni delinquenziali e aiutarla a mettere in campo azioni utili a ridimensionare tali fenomeni.
Come? Adempiendo tale Comitato alle sue finalità ovvero:
- “promuovere iniziative e strumenti, gruppi di studio e ricerca, volti alla quantificazione dei fenomeni delinquenziali;
- raccogliere, ordinare e conservare documenti, studi e pubblicazioni relativi ai fenomeni in esame;
- istituire e aggiornare un archivio e/o una banca dati dei risultati del lavoro di monitoraggio;
- stabilire contatti con organismi aventi scopi analoghi, per dar vita sul territorio comunale ad azioni coordinate;
- promuovere iniziative e progetti per azioni mirate alla prevenzione di fenomeni delinquenziali, sul piano educativo, culturale e politico”.
È probabile che la mancata costituzione del Comitato sia stata causata dalla sua pletorica composizione prevista e dai suoi farraginosi metodi di formazione. Per consentire dunque la dovuta e necessaria celerità nella composizione e insediamento del Comitato, e confermando la partecipazione dei componenti previsti a tale Comitato a titolo non oneroso, riteniamo doveroso avanzare una proposta di deliberazione consiliare di modifica della composizione del Comitato comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali onde pervenire quanto prima al suo insediamento.
Preso atto del dibattito consiliare, nella seduta del 04.07.2011 avente per oggetto: “Individuazione degli Organi Collegiali ritenuti indispensabili per fini Istituzionali”, della proposta di emendamento da parte del Presidente della 3ª Commissione Consiliare Permanente Affari Generali mirante a sfoltire la composizione del Comitato comunale suddetto onde permetterne un celere insediamento, e per dare impulso a questa volontà manifestata, proponiamo nello schema di deliberazione consiliare allegato alla presente le seguenti modifiche:
1) Prevedere come segue la composizione del Comitato all'art. 2, comma 1 del Regolamento per la costituzione:
a) il Sindaco o suo delegato;
b) il Presidente del Consiglio comunale;
c) due Consiglieri comunali, uno di maggioranza ed uno di minoranza, eletti a scrutinio segreto;
d) il Dirigente del Settore Sicurezza e Polizia Municipale;
e) il Comandante del Corpo di Polizia Municipale;
f) un rappresentante indicato dal Sert.
2) Cassare l'intero comma 2 dell'art. 2 del Regolamento per la costituzione ossia “la designazione dei rappresentanti ai punti (d) ed (e) avviene mediante elezioni in assemblee appositamente convocate dal Presidente del Consiglio Comunale. Il Presidente assicura la massima partecipazione a dette assemblee, convocando con avviso scritto, da recapitarsi almeno sei giorni prima di quello in cui si tiene l'Assemblea elettiva, i rappresentanti i
organismi e/o associazioni interessate”, poiché tali disposizioni non hanno più senso ridisegnando le figure ai punti (d) ed (e).
3) Integrare l'art. 5 del Regolamento per la costituzione con l'aggiunta del seguente passaggio: “Sono invitati alle riunioni del Comitato con avviso scritto nelle modalità definite precedentemente i rappresentanti di organismi e/o associazioni cittadine impegnati nel settore del volontariato, della prevenzione della devianza, illegalità e criminalità e i rappresentanti espressione delle categorie professionali e del mondo del lavoro”.
In tal modo sarebbero recuperati tutti gli apporti di conoscenza formale e informale provenienti dal mondo del volontariato, dell'economia e del lavoro – che sarebbero ben superiori a tre rappresentanti per fattispecie, soprattutto in una realtà vivace dal punto di vista associativo come quella molfettese – pur tuttavia senza ingolfare l'operatività del Comitato che si interebbe pienamente e formalmente costituito anche senza tali apporti.